Il libro narra (e riproduce scritti e disegni di un quaderno) un anno di scuola di una fanciulla goriziana di nove anni e delle nefandezze che venivano dettate a lei e ai suoi compagni di classe. Nasce così la constatazione che la guerra che sarebbe scoppiata non sarebbe stata altro che la logica conseguenza di un programma di potenza e di odio contro stranieri e diversi. Qui si respira l’educazione alla razza e l’odio razziale che sarebbe sfociato, più tardi, nella promulgazione della legge sulla razza.